Da vedere sulla terza tappa variante A del Sentiero di Maria. Vista del Lago di Garda dal Monte Baldo
Da vedere sulla terza tappa variante A del Sentiero di Maria. Vista del Lago di Garda dal Monte Baldo
Da vedere sulla terza tappa variante A del Sentiero di Maria. Vista del Lago di Garda dal Monte Baldo
Da Vedere sul Sentiero di Maria - Terza tappa variante A, Sentiero CAI EE n. 71
Da Vedere sul Sentiero di Maria - Terza tappa variante A, Sentiero CAI EE n. 71

DA VEDERE

DA VEDERE

TERZA TAPPA
Variante A
Sentiero CAI EE n. 71

TERZA TAPPA
Variante A - Sentiero CAI EE n. 71

TERZA TAPPA
Variante A
Sentiero CAI EE n. 71

Da Rivoli Veronese la prima variante che proponiamo è rivolta agli escursionisti esperti (EE): il sentiero 71 del Club Alpino Italiano. Raggiunta al frazione di Incanale parte una suggestiva via a grande impatto naturalistico: la bellezza dei panorami aiuta a cogliere la bellezza del creato e il senso del sacrificio per arrivare alla meta. Il percorso ad un certo punto incontra il Sentiero della Speranza, la via classica per raggiungere il santuario.

Chiesetta di San Zeno a Incanale - Sentiero di Maria pellegrinaggio a Madonna della Corona

Chiesetta di San Zeno a Incanale

Chiesetta di San Zeno a Incanale

GPS: 45.63680784526633, 10.820704096849603

GPS: 45.63680784526633,
10.820704096849603

GPS: 45.63680784526633,
10.820704096849603

La Chiesetta medievale, con la sua singolare dedicazione, indica l’antica appartenenza territoriale veronese di questo tratto di diocesi non lontano dal confine trentino. Solitamente le dedicazioni delle chiese medievali al Santo Patrono, come quella di Bardolino e di Castelletto di Brenzone, erano legate alle proprietà che nel territorio deteneva il potente Monastero di San Zeno. Nel 1796 i soldati di Napoleone sistemarono a Canale una batteria contro gli austriaci. Forse si deve a questo periodo il definitivo decadimento della Chiesa.
Oggi l’aula è priva di tetto e conserva l’abside affrescata e le mura perimetrali assieme al campanile in ciottoli di fiume. Viene da questa chiesetta una lapide funebre di età romana, oggi al giardino Giusti di Verona, dedicata da una madre a sua figlia morta a soli 19 anni.
L’attuale chiesa della contrada, che risale al Cinquecento, si raggiunge proseguendo in salita su via Chiesa ed è dedicata a san Luca.
Gli abitanti di Canale nutrono ancora un forte legame con la Chiesetta di San Zeno dove ogni anno vi celebrano una Messa il 21 maggio.

Monte Baldo, panorama sulla Valle del fiume Adige - Sentiero di Maria pellegrinaggio a Madonna della Corona

Monte Baldo

Monte Baldo

Catena: Alpi
Altezza: 2.218 m s.l.m. - Prominenza 1.950 m

Catena: Alpi
Altezza: 2.218 m s.l.m.
Prominenza 1.950 m

Il Monte Baldo, che custodisce il Santuario della Madonna della Corona, è il rilievo montuoso più occidentale delle Prealpi venete, una lunga catena di circa 36 km e larga circa 11, con un’altezza massima di 2.218 metri a cima Valdritta. Il Santuario si erge sulla dorsale orientale in una ripida scarpata sulla Val d'Adige.
Il Monte Baldo si estende tra le provincie di Trento e di Verona ed è delimitato a occidente dal Lago di Garda, a oriente dalla Valle Lagarina (così si definisce la Valle dell’Adige nella sua parte finale, nel tratto tra Calliano e la Chiusa di Ceraino), a settentrione dalla Valle di Loppio e a meridione dal Golfo di Garda, dalla Conca di Caprino e dall’Anfiteatro Morenico di Rivoli. Se nell’idea popolare il nome descrive un monte “Baldo”, cioè possente, fiero e ardito, la sua origine deriva dalla voce germanica “Wald” che significa selva e bosco.
L’influenza climatica del lago permette la convivenza di molti ambienti naturali diversi, dalla macchia mediterranea, alla fascia del bosco sub-montano sino a quella alpina con i pascoli d’alta quota e le cime rocciose. L'umidità proveniente dal lago e dalla vicina pianura veronese caratterizzano la montagna per le nebbie, i vasti nuvoloni ed i temporali improvvisi.
Il Monte Baldo detiene una straordinaria biodiversità: è un’oasi naturalistica intatta, che conserva molte antiche specie arboree e floreali grazie ai residui glaciali sopravvissuti sul monte, che emergeva come un'isola tra le enormi colate di ghiaccio delle varie glaciazioni. In particolare sono presenti la metà di tutte le specie di orchidee italiane e oltre duemila specie diverse di farfalle, quasi la metà di quelle segnalate in Italia. Per le sue erbe officinali, studiate fin dal Cinquecento dal botanico veronese Francesco Calzolari, assume il titolo di Hortus Italiae.
Il carsismo e l’erosione delle acque nelle rocce calcaree hanno dato origine a doline, canyon carsici e campi solcati e a un reticolo di gallerie e spelonche scavate nel cuore della montagna: ad oggi sono 132 le grotte censite e indagate dagli speleologi.
Dall’Ottocento il monte diviene meta di escursioni alpinistiche e nasce così l’attività del CAI sul Monte Baldo con la costruzione di rifugi, tra cui il Telegrafo nel 1882. Sul versante orientale della catena si trovano le località di Ferrara di Monte Baldo e Spiazzi situate a circa 850 metri d'altitudine, distese su un vallone, prima che l’anticlinale precipiti verso il fondovalle dell’Adige, dove si arrocca, a 774 metri, la Madonna della Corona.